La politica, quella vera, offre una propria visione della realtà ed anche se talvolta è costretta a giungere a compromessi e mediazioni, deve farlo accettando soluzioni che conducano al benessere dei cittadini e del paese e non agli interessi ed agli individualismi dei singoli attori politici.
Su questa strada nulla, oggi, appare all'orizzonte e tspesso, si propongono soluzioni con etichette nuove che, però, presentano immagini ormai consunte dal tempo.
Il recente risultato delle elezioni ha determinato una situazione di stallo politico che tutti conosciamo. Contro l'impasse politico/parlamentare si scaglia Renzi che, per la verità, non si è speso molto in campagna elettorale per il suo partito.
« Il
pianeta corre e l'Italia è totalmente ferma. -dice il sindaco di Firenze- Le aziende chiudono. La
disoccupazione aumenta e la politica perde tempo...
Si rinvia tutto alla scelta di un presidente della Repubblica più
sensibile a dare l'incarico a Tizio o a Caio».
Alla domanda di un giornalista del Corriere della Sera se il Pd si deve alleare col Pdl, egli risponde
«Il
Pd deve decidere: o Berlusconi è il capo degli impresentabili, e allora
chiediamo di andare a votare subito; oppure Berlusconi è un
interlocutore perché ha preso dieci milioni di voti>>
Allora il Pd dovrebbe allearsi con Berlusconi?
«Non
necessariamente. Deve smettere di fare melina. Non parto dall'accordo
con Berlusconi. Parto dal fatto che si devono avere idee chiare. O si va
a votare, Altrimenti
si fa un patto costituente da cui nasce la Terza Repubblica. Qui invece
si punta a prendere tempo e a eleggere un capo dello Stato che ci dia
più facilmente l'incarico di fare il nuovo governo».
Quali cose dovrebbe fare il PD?
«Anziché
vivacchiare, rendiamo utile questo tempo. Bersani riunisca fin dalla
prossima settimana i gruppi parlamentari. Non l'ennesima direzione che
diventa una seduta di autocoscienza; i gruppi parlamentari, che tra
l'altro sono quasi tutti bersaniani. Giovani in gamba, persone di
valore, che però si sono riuniti finora, credo, solo tre volte. Lanciamo
una proposta forte. Il sindaco d'Italia: una nuova legge elettorale,
grazie a cui si sa subito chi ha vinto. Abolizione del Senato, che
diventa la Camera delle autonomie, con i rappresentanti delle Regioni e i
sindaci delle grandi città che vanno a Roma una volta al mese e
lavorano senza ulteriori indennità; così il Parlamento è più efficiente e
costa la metà».
Sono leggi costituzionali. Ci vuole tempo.
«In
sei mesi si può fare. Come anche l'abolizione delle Province; per
davvero però, non per finta come si è fatto finora. Se invece riteniamo
che lo spazio per parlare con il centrodestra non ci sia, allora andiamo
a votare. Ma in fretta».
«Andare
al governo con Gasparri fa spavento, lo so. Non a caso io sono pronto a
votare subito. Ma se il Pd ha paura delle urne deve dialogare con chi
ha i numeri. Il Pd avanzi la sua proposta,Rivendico
il diritto alla dignità della politica, che è una cosa seria. Noi non
dobbiamo inseguire Grillo. Facciamo noi i tagli alla politica, aboliamo
il finanziamento pubblico ai partiti e poi vediamo chi insegue».
La presidente della Camera Laura Boldrini non ci sta e ritiene che è
necessario rispettare dei tempi: "Penso ci siano dei tempi della
politica... Stiamo
lavorando sodo con una tabella di marcia molto fitta e per quanto mi
riguarda non stiamo perdendo tempo", ha detto. Ha poi aggiunto che i deputati Cinque Stelle
"portano avanti istanze serie di cambiamento" di cui non possono credere di avere l'esclusiva. Mostrano rigidità, ma devono capire che "la mediazione non è
sempre sinonimo di inciucio ma di sintesi, quando c'è in ballo
l'interesse comune"... "la politica è questo,
non è solo dire no". Sulla possibilità di cambiare il Porcellum Boldrini
lancia la proposta di una commissione ad hoc, con l'accordo di tutti i
partiti.
Stefano Fassina, dalle pagine di La Repubblica replica alle parole di Renzi: " Si cerca una soluzione ad un problema" ed è importante " non fare un governo quale che sia, ma avere un governo di cambiamento all'altezza delle sfide che l'Italia ha davanti sul terreno della politica e dell'economia"
Renzi replica "Vedono fantasmi dove non ci
sono. Ho detto quello che pensa la gente comune: c'è la crisi, le
aziende licenziano tu cosa dici, fate qualcosa di semplice ma fatelo.
Quindi o il Pd fa un accordo con il Pdl oppure si va a votare, ma non
restare lì a traccheggiare e a perdere tempo".
Anche Ignazio Marino boccia
l'ipotesi di un accordo con il Pdl "le persone non capirebbero un'alleanza con il Pdl e con
la Lega, che sono le stesse persone che hanno portato l'Italia
sull'orlo del baratro e hanno lasciato il comando al governo dei tecnici
proprio per la loro incapacità"
Dal Pdl arrivano, invece, apprezzamenti alle parole di Renzi.
La reazione da parte dei parlamentari più vicini a Bersani non si fa attendere: "Vuole il governo
con il Pdl? Lo faccia lui". "Se lui vuole il governissimo con il Pdl, benissimo. Bersani lo lasci
fare. Ma sia chiaro che la maggior parte di noi non lo seguirà su quella
strada". Essi sono favorevoli ad un governo
di cambiamento (votato dalla direzione nazionale), a cui affiancare uno
scenario di 'larghe intese' solo per le riforme e la scelta del
presidente della Repubblica.
Matteo Renzi, dopo la bacchettata del presidente della Repubblica modera i toni e risponde così a chi gli rimprovera di voler fare un patto col diavolo:"Io sarei per andare a votare, ma non è importante quello che penso io"
"Se vogliono si vada a votare, se vogliono fare l'accordo con il
Movimento 5 Stelle lo facciano, se vogliono fare un accordo con il Pdl
lo facciano. Ma qualcosa facciano".
Non si
sono fatte attendere le reazioni alle parole di Renzi. "Ci sono
organismi dove Matteo non viene mai e a cui non partecipa e io credo che
all'interno della direzione nazionale del Pd certi argomenti dovrebbero
essere discussi con la stessa franchezza e apertura con cui vengono
discussi sui quotidiani e in tv ", ha detto il senatore del Pd
Ignazio Marino
-
. Secondo il senatore "quella è la sede in cui ci si deve confrontare,
anche con una naturale aggressività per sostenere le proprie idee".
Politica nuova quella espressa dal giovane Renzi?
Si ha piuttosto l'impressione che egli agisca non in nome di una democrazia che condivide e di un partito all'interno del quale ne viva la dialettica e la vita, ma piuttosto per fini individualisti ed opportunisti.
Parla del PD e dei suoi rappresentanti "facciano, se vogliono" come qualcosa di estraneo e distante da lui; che non lo tocca, ma si arroga il diritto di parlare dall'alto del pulpito!
Per lui, come per Grillo è indifferente se ci si allei col Pdl o si vada di nuovo alle elezioni, basta sbrigarsi a fare qualcosa,...ma cosa?
Perché non incomincia lui a fare qualcosa per il partito?
Bastava che non si eclissasse, durante le elezioni, e probabilmente i risultati delle urne sarebbero stati diversi.
Pensi Renzi, che pure fa delle proposte concrete e positive ad unire più che a dividere e a dare una mano dall'interno del partito per la risoluzione delle criticità sia della politica che dell'economia del paese.
Haruspex